Tre tazze di tè – Greg Mortenson e David Oliver Relin

  • Editore: BUR Rizzoli
  • Genere: Romanzo
  • Anno di prima pubblicazione: 2006
  • Pagine: 482


“Tre tazze di tè” oggi, 2021 – anno di ripresa di potere della frangia estrema talebana, è un libro più che attuale. È una storia vera, narrata a quattro mani da un giornalista e dal protagonista, Greg Mortenson. La storia nasce proprio agli albori, all’origine del grande progetto che è racchiuso nella sigla CAI, Central Asia Institute. Nasce dunque nelle alte cime montane del Pakistan e dalla formazione alpinistica di Greg, intento a salire sul K2. La descrizione dei luoghi è spettacolare, così come deve essere lo scenario naturale che si apre agli occhi di chi sfida queste altezze naturali. Dal fallimento della scalata, però, nasce il desiderio di sfidare nuove altezze, ben più remote e poco attrezzate: quelle culturali.

Il libro prosegue narrando le vicende che hanno condotto Greg a realizzare scuole laiche e pubbliche nelle regioni remote del Pakistan. Scuole che nascono in villaggi “dimenticati” grazie alla collaborazione con alcune persone locali. È commovente, scorrendo le pagine, constatare quante siano le persone incontrate dal protagonista disposte a investire il massimo per offrire ai propri discendenti l’istruzione. Vengono donati soldi, mesi di lavoro, materiali, capi di bestiame. Musulmani devoti alla religione quanto all’istruzione, aperta a tutti: maschi e femmine.

In termini di tempo il libro si estende per una quindicina d’anni di fatti raccontati. A partire dalla fine degli anni Novanta, passando per il 2001 e andando avanti. Greg, il protagonista, è americano: una nazionalità controversa nel Pakistan, al confine con l’Afghanistan, soprattutto negli anni post attacco alle Twin Towers e all’avanzata estremista talebana. E ancor di più il protagonista si avvicina alle zone rurali, in difficoltà, espandendo i suoi progetti anche ad altri ambiti (sistemi d’acqua potabile, centri professionali per donne,…) e luoghi geografici (operando in pieno Afghanistan). È evidente, tra le pagine, quanto l’estremismo diffuso in alcune zone sia l’impero di pochi ricchi che attira chi, per povertà, non ha potuto conoscere altro. Ed è questo il motto di Greg e del CAI: non si combatte una guerra con una guerra, ma offrendo un’istruzione pubblica, laica, per tutti e tutte.

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