Il treno dei bambini – Viola Ardone

Casa editrice: Einaudi


Genere: romanzo di formazione


Anno di prima pubblicazione: 2019


Numero di pagine: 236


È il 1946, è stata dichiarata la fine della Guerra ma a Napoli la povertà è ancora di casa. Amerigo Speranza, bambino di otto anni, trascorre le sue giornate aiutando la madre, Antonietta, a recuperare soldi per poter comprare da mangiare. È un bambino come tutti, ama giocare ma obbediente alla mamma si dà anche da fare, come riesce. Ha tanti desideri Amerigo, primo fra tutti poter avere delle scarpe sue. L’autrice dà voce al bambino e ai suoi pensieri in modo molto autentico, Amerigo infatti non conosce altro che non sia il suo quartiere di Napoli e la sua fantasia corre e galoppa ma rimane pur sempre imbrigliata nei confini del mondo a lui noti.

Un giorno la madre, donna molto pragmatica e di poche parole, decide di affidare il figlio ad un progetto del PCI. Vari bambini e bambine saranno accolti per alcuni mesi da famiglie “del Nord”, in Emilia Romagna. La proposta nasce da persone convinte di voler offrire il meglio, un tetto, del cibo, il caldo di una stufa e la scuola. Antonietta vuole molto bene a suo figlio e decide di offrirgli questa occasione, seppur si esprima in mezze parole dialettali e pochi gesti affettuosi. E, così, Amerigo sale sul treno e con molti altri ed altre, parte.

La storia di Amerigo prosegue nei pressi di Modena. Viene accolto da Derna, donna sola, ma vive le sue giornate in compagnia della famiglia della sorella di Derna. Frequenta la scuola, impara, mangia, suona il violino. E quando arriva il giorno del rientro a Napoli, Amerigo torna triste ma felice di rivedere la madre. Non sarà però un rientro facile… Il progetto appare con ottime intenzioni, ma le idee sulla carta non riescono a prevedere i risvolti emotivi e psicologici che invadono gli animi dei bambini e delle bambine e, con loro, di tutte le famiglie, “di su” e “di giù”.

Che c’è, – fa Tommasino, – senti già la mancanza? Non rispondo, mi giro dall’altro lato e faccio finta di mettermi a dormire. – È naturale, – dice lui, – ormai siamo spezzati in due metà..

Ameri, a volte ti ama di più chi ti lascia andare che chi ti trattiene.

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