La battaglia navale – Marco Malvaldi

  • Editore: Sellerio
  • Genere: Giallo
  • Anno di pubblicazione: 2016 prima ed.
  • Pagine: 192

In questo nuovo capitolo sella serie del BarLume, un ulteriore omicidio si aggiunge alla lista che connota ormai il litorale toscano di Pineta. Massimo, barrista dai modi bruschi e di grande ingegno, si contraddistingue nuovamente per essere colui che trova la “chiave” del caso.

La storia inizia con il ritrovamento di una bella ragazza, abbandonata nell’acqua e trovata a riva, che desta preoccupazione nella comunità delle badanti ucraine della zona. Le indagini non si svolgono, però, in modo consueto, essendo non in mano al commissariato locale. E, quindi, la fedele cricca di vecchietti che anima quotidianamente il BarLume si gioca in prima linea, “interrogando” con chiacchierate al parco e torte omaggio i possibili testimoni della vicenda.
La trama è sempre molto ben studiata, con sorprese e intrighi ardui da intuire… Qua e là ci sono, anche, gli immancabili spunti matematici, logici e probabilistici tipici di Malvaldi. I luoghi comuni, poi, sono il pane quotidiano delle chiacchiere da bar.

Rispetto ai libri precedenti della serie, prende però molto più spazio un nuovo personaggio: Alice. Commissario della zona, fidanzata di Massimo, avida di cappuccini e sicura di sé. Questa Alice è sicuramente un elemento “a tutto tondo”, ma la trama si impoverisce un po’ delle caratteristiche tipiche del BarLume: le lunghe partite a carte, i frequenti dialoghi in toscano dei vecchietti affezionati e la voce della cara Tiziana.

“…un lavoro d’indagine vero, sul campo, è molto più simile alla battaglia navale. All’inizio spari alla cieca, e non cogli niente, ma è fondamentale che tu ti ricordi dove hai sparato, perché anche il fatto che tu lì non abbia trovato nulla è un’informazione. (…) A un certo punto, quando prendi qualcosa senza affondarlo, capisci che devi continuare a sparare nei quadratini adiacenti, ma con criterio. (…) Davanti o dietro, non lo sai, ma sai che è solo questione di tempo. Ecco, il nostro lavoro è così.”

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