Francis Scott Fitzgerald – Il grande Gatsby

  • Editore: Arnoldo Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 1950 (prima edizione)
  • Pagine: 215
  • Prezzo di copertina: 350 L
  • Genere: Romanzo

Tante volte ho sentito parlare di questo “grande Gatsby”, senza sapere mai chi fosse. Immaginavo un eroe, un politico importante…. immaginavo male, o meglio, immaginavo in modo sbagliato.
Questo racconto è narrato in prima persona da un uomo, il vicino di casa di Gatsby. Il protagonista è un uomo qualunque, che si trasferisce a Long Island (NYC) proprio vicino alla villa di Gatsby, negli anni ’20. Il loro incontro è molto casuale, la loro amicizia semplice e senza pretese. Non sanno molto l’uno dell’altro, ma col passare del tempo comincia a delinearsi il profilo di questo misterioso Gatsby: uomo ricco, solitario in una villa animata solo da feste e da gente non invitata. Il vero protagonista quindi è Gatsby, visto attraverso gli occhi del suo vicino di casa.
La storia all’inizio non è molto interessante o coinvolgente, ma con lo scorrere delle pagine ciò che cattura l’attenzione è proprio Gatsby. Così misterioso e oscuro, e innamorato. Daisy è la sua fiamma, la donna che non ha mai dimenticato e che, dopo cinque anni, ritrova. Gatsby infatti appare come un duro, un uomo sicuro, ma con Daisy è incerto e intento a far riemergere quel passato d’amore nel presente. Daisy però, donna sposata, non appare sicura, convinta,….
La storia si conclude in modo tragico, senza dirci tutto di Gatsby. Uomo misterioso è e rimane: persona forte e decisa, bambino fragile in amore, contrabbandiere oscuro, uomo di valore e soprattutto amico.

 

Era un figlio di Dio – frase che, se vuol dire qualcosa, vuol dire proprio questo – e doveva continuare l’opera del padre mettendosi al servizio di una bellezza vistosa, volgare, da prostituta. Così inventò Jay Gatsby il tipo che poteva venire inventato da un diciassettenne e rimase fino alla fine fedele a questa concezione.

“Non pretenderei troppo da lei” arrischiai. “Non si può ripetere il passato.”

“Non si può ripetere il passato?” fece lui incredulo. “Ma certo che si può!”

Si guardò attorno sconvolto, come se il passato fosse in agguato nelle ombre della casa, appena fuori portata delle sue mani.

“Rimetterò tutto esattamente com’era prima” disse facendo un gesto energico del capo. “Vedrai.”

Gastby credeva nella luce verde, il futuro orgastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia… e una bella mattina…

Così continuiamo a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato.

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