Alessandro Baricco – Castelli di rabbia
- Editore: Feltrinelli
- Genere: Romanzo
- Anno di prima pubblicazione: 1991
- Pagine: 222
- Prezzo di copertina: 8,00 €
Baricco ha uno stile di scrittura molto particolare. Questa premessa penso sia fondamentale alla lettura di questo libro… Castelli di rabbia è un racconto ambientato negli anni ’20 del Novecento, in un posto immaginario, probabilmente tedesco. I personaggi ruotano tutti attorno a un paese, Quinnipak, e la storia salta da uno all’altro per raccontarne le vicende. Ogni personaggio ha qualcosa di strano, qualche aspetto enigmatico, qualche sorta di pazzia. Andersson è un mastro vetraio, che conosce la sua arte come nessun altro. Pekisch è un musicista specializzato nella direzione dell’umanofo: una specie di organo umano in cui ogni canna è rappresentata da una persona, che canta quindi solo una nota (a comando). Il signor Rail è un ricco viaggiatore che vive con la compagna Jun, donna bellissima, e il figlio Mormey e che si innamora dei nuovi treni dell’epoca, comprando perfino una locomotiva da esporre nel paese.
In Castelli di rabbia non si riesce a trovare facilmente un senso alla storia raccontata, se non alla fine. Anche il finale, però, può non essere compreso, perché non è così ovvio e trasparente… Questo libro complessivamente non mi è piaciuto molto… è scritto molto bene ma non mi ha “toccato”. Forse richiede un eccessivo approccio ermeneutico che, a mio parere, distrae il lettore dal piacere della lettura.
Nel senso che forse, sempre, e per tutti, altro non è mai, lèggere, che fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall’incontrollabile strisciare via del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità. (…) Una sporcheria. Però dolcissima.
Sa, è molta bella l’immagine di un proiettile in corsa: è la metafora esatta del destino. Il proiettile corre e non sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere.