Milan Kundera – L’insostenibile leggerezza dell’essere

  • Editore: Adelphi
  • Anno di pubblicazione: 1989
  • Pagine: 318
  • Prezzo di copertina: 12,00€
  • Genere: Romanzo

Kundera narra in questo libro di quattro personaggi, di quattro artisti e intellettuali. Lo sfondo principale è quello della città di Praga, tra gli anni Sessanta e Settanta. Il contesto perciò narra della Repubblica Ceca, insediata dal comunismo russo. I quattro personaggi sono un chirurgo, una fotografa, una pittrice e un professore universitario. Attorno ad essi ruotano anche molti altri personaggi ma l’autore sceglie di coinvolgerli solo in relazione alla narrazione di fatti di vita di loro quattro.

Il libro si snoda in più storie (intrecciate), in descrizioni del contesto, in riflessioni.
Le storie si alternano cambiando il punto di vista del personaggio preso in considerazione. Capita infatti che lo stesso evento venga narrato e ripreso più volte ma tramite lo sguardo di personaggi diversi (o tramite lo sguardo di un personaggio “cresciuto”). Ciò che lega principalmente i vari personaggi sono temi politici e amorosi: i primi riguardano l’arrivo dei russi, i secondi vari intrecci di storie di amore, passione e tradimento.
Le descrizioni del contesto sono per lo più storiche: l’autore ha il chiaro intento di creare intorno ai suoi personaggi un ambiente autentico, reale, avvenuto. I fatti storici accompagnano infatti le varie storie.
Le riflessioni infine prendono forma dai personaggi stessi che da fatti o pensieri particolari iniziano trattazioni su temi filosofici.

Questo libro mi è sembrato molto complesso e richiede un minimo di conoscenza, forse, della situazione storico- culturale della Repubblica Ceca di allora. Alla fine del libro mi è sembrato che l’autore non volesse tanto raccontare una (o più) storie ma servirsi dei personaggi per portare il lettore in questo ambiente “reale” e per accompagnarlo nelle riflessioni presenti tra le pagine.

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